lunedì 29 novembre 2010

Italian Real Estate grows thanks to the “fiscal shield” bubble

Italian Real Estate grows
thanks to the “fiscal shield” bubble
 
 
If the income does not go up, prices have to go down in order to sell off the huge unsold of the past 5 years
 
 
 
 
 
 
THE DATA WAR AND THE REAL ESTATE FALSE ILLUSIONS – Nomisma, which in ancient greek means “the true value of the goods”, is an important center for economic studies founded in Bologna in 1981 by Nerio Nesi and Francesco Bignardi. It can also be considered a real estate rating agency, a holding – you can find its shareholder and participants in the Italian left wing – and it has presented the Third Real Estate Report for 2010. In the report you can find data, trends and expectations on the buying and selling in Italy, hereby we offer a synthesis: the crisis (2009-2010) would have destroyed 60 billions in the real estate and in the building industry. The reason? The reduction of the buying and selling, combined with the decrease of the prices, would have squeezed the turnover of the real estate sector because the loss in the building industry added to the fall of the real estate.
… However, the third Nomisma report leaves some hope by stating that the market is slowly recovering and that the phase of the decrease of the prices has ceased
 
 Daniela
 

martedì 23 novembre 2010

AAAcquedotto romano vendesi a 1€, Ponte Lupo messo in vendita dal Principe Barberini

Il Principe Barberini lancia una provocazione
per accendere i riflettori sull’acquedotto romano:
«Se avessi 10 milioni di euro lo avrei
restaurato io, prendendomi il merito»




Il Principe Urbano Barberini fa la sua boutade ai microfoni di Adnkronos ed al Messaggero «Vendo ponte romano del 144 a.C. a 1 euro» e subito parte lo scandalo, testate web e cartacee ribattono e rincorrono la notizia. Un momento… cosa ci fa un ponte romano del 147 a.C. nelle mani di un principe? Lo vuol vendere ma, boutade a parte, lo può vendere a chi vuole? E poi perché vuole i soldi dallo Stato se il ponte è suo? House living and business ha cercato le risposte a tutte queste domande contattando sia la Soprintendenza di Roma che lo stesso Principe Barberini, per vederci chiaro e farvi sapere tutti i retroscena.

IL FUNZIONARIO DOTT. STEFANO MUSCO
Il funzionario dell’XIII Municipio della Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Roma, il Dott. Stefano Musco subito commenta «Sono grato a Urbano Barberini per la dichiarazione che ha reso alla stampa. Lo conosco e posso dire che è realmente preoccupato per lo stato in cui versa i ponte». Il funzionario ci accenna di antichi balivaggi (o baliaggi, aree giurisdizionali medievali) in carico ai Cavalieri di Malta ma… insomma, la proprietà di San Giovanni in Campo Orazio è una tenuta agricola situata nei pressi della Prenestina e tagliata a metà dalla Via Polense, che appartiene alla famiglia Barberini dal 1600 circa, all’interno della quale si trova Ponte Lupo, portato alle luci della ribalta dalle dichiarazioni al vetriolo del Principe. Ponte Lupo è un acquedotto romano costruito nel 147 a.C. che portava acqua potabile da Subiaco a Roma, voluto dal console Marcio (da qui il nome Aqua Marcia) e collegato al vicino Ponte delle Forme Rotte per tenere l’acqua in quota ed evitare che questa giungesse nella città di Roma con forza eccessiva. Il ponte-acquedotto è alto 30 metri e largo 80, scavalca la vallata chiamata Fosso delle Acque Rosse o Valle dei Morti, così battezzata nel XIX secolo per l’abbondanza di reperti umani ed archeologici allora rinvenuti. Oggi il ponte versa in condizioni di estremo degrado ed abbandono, il funzionario dichiara che è quasi interamente ricoperto dalla vegetazione. Dopo la lettera d’intenti per il restauto inviata dal Mibac ai Barberini nel 2007, non sono mai stati effettuati i sopralluoghi necessari a presentare un’indagine accurata per stabilire l’entità effettiva dei lavori di recupero.

«I monumenti del suburbio di Roma sono un pò i “fratellini” di quelli della capitale, cui viene data maggior importanza essendo più rappresentativi per la città. Ma non per questo devono essere destinati all’abbandono, intendiamoci. Le potrei fare un elenco lunghissimo di altrettanti monumenti e siti che versano in stato di abbandono. Da una nostra prima stima servirebbero dai 3 ai 5 milioni di euro per il restauro del ponte, ma non siamo in grado di dirlo con certezza» spiega il Dott. Musco, «perché dobbiamo effettuare un sopralluogo con un’intera squadra di esperti che comprendono più figure, dal geologo all’archeologo all’esperto di botanica perché occorre valutare anche quali sono le piante da estirpare e quali invece le essenze da lasciare perché rendono l’architettura ancor più affascinante, senza recar danno chiaramente alla struttura. I soldi per le indagini ci sono, quelli li abbiamo trovati».

Ponte Lupo è di proprietà del Principe Urbano Barberini, ma su di esso grava il vincolo della Soprintendenza ai Beni Culturali, per cui è soggetto al Decreto 42/2004 che sancisce gli obblighi per la conservazione dei beni di interesse nazionale. La legge vuole che il Principe Barberini sia responsabile della conservazione e del restauro del ponte e che le spese siano interamente a suo carico. Non solo, trattandosi di un bene appartenente al patrimonio culturale italiano, egli è tenuto per legge a farlo visitare ai privati cittadini che ne fanno richiesta almeno un giorno al mese, ci sottolinea il Dott. Musco, benché nemmeno noi della redazione di House siamo riusciti a trovare un recapito telefonico pubblico per prenotare una visita. Il funzionario Dott. Musco ci fa poi notare quanto sia difficile raggiungere il ponte: «Serve una guida esperta» perché non esiste una strada asfaltata che conduca all’acquedotto. Inoltre la zona, che si trova a trenta chilometri dalla città ma ancora all’interno del Comune di Roma, quasi sul confine con Gallicano, è malservita dai mezzi pubblici tanto che ci si può arrivare comodamente solo in macchina.

Perché mai il principe vuol vendere il ponte ad 1 euro? Può farlo? Il Funzionario Musco ci spiega che lo Stato può intervenire nel restauro sostituendosi completamente al legittimo proprietario se questi non è in grado o non vuole provvedere. A quel punto lo Stato potrebbe disporre completamente del bene per renderlo accessibile al grande pubblico.

Il funzionario della Soprintendenza Speciale è molto chiaro anche in relazione all’alienazione del bene. «Quando si decide di vendere un bene di pubblico interesse, all’atto del compromesso il notaio stesso procede per legge ad informare la Soprintendenza, la quale verifica la congruità del prezzo e dichiara o meno l’interesse da parte dello Stato all’acquisto del bene al prezzo dichiarato nell’atto. In caso d’interesse, lo Stato ha sempre diritto di prelazione.»
E se il principe si accordasse per Ponte Lupo, che so… con Sarkozy a 2 euro ? «Lo Stato potrebbe decidere di acquistarlo sempre a quel prezzo, se ritenesse il bene interessante, dopodiché prenderebbe accordi con la proprietà per l’occupazione temporanea del suolo per lo svolgimento dei lavori di restauro. Pagando.», e stabilire ulteriori concessioni per la fruizione del pubblico tramite servitù di passaggio o ulteriori occupazioni temporanee che possono durare mesi o anni.

IL PRINCIPE URBANO SFORZA BARBERINI
Abbiamo raccolto la testimonianza del principe Urbano Sforza Barberini, che con grande gentilezza e trasporto ci ha manifestato tutta la sua preoccupazione per le condizioni in cui versa il ponte «Ma mia è una provocazione, venuta fuori per la disperazione di vedere un bene di straordinaria importanza e bellezza completamente degradato e nell’impossibilità di tutelarlo. Il mio è un moto di disperazione». La voce al telefono è un gradevole mix di garbo, entusiasmo e concitazione, il principe talvolta si consulta con la compagna Viviana Broglio, usando molto spesso il “noi”.

«Dopo la lettera del 2007, si sono fermati.» il principe parla della lettera ricevuta dal Mibac che annunciava i sopralluoghi per le indagini sullo stato di conservazione del bene e che la Soprintendenza dichiara di essere economicamente in grado di effettuare. «Per Ponte Lupo ho riscontrato una grande attenzione da parte del British Institute of Culture, dei Francesi… da poco ho accompagnato di persona dei giovani archeologi australiani… Invece lo Stato italiano non investe, anzi, taglia senza capire che per ogni euro investito nei beni culturali, ne entrano altri 3, addirittura 10 nell’indotto! Le faccio un esempio, noi abitiamo vicino a Villa Adriana che è un luogo strepitoso, dove spesso però vediamo fuggire i turisti perché non sanno dove andare, a chi chiedere… perché non ci sono collegamenti, infrastrutture e servizi… Quel che dico io è fermiamoci, tuteliamo quello che è il nostro patrimonio che stiamo distruggendo con condoni edilizi, abusivismo, spazzatura… La mia è una provocazione, cos’altro posso fare?»

Pagare lei la ristrutturazione?
(ride con amarezza) «Questo ponte è tutelato dalla Soprintendenza perché è un monumento storico nazionale. Se io avessi 10 milioni di euro per restaurarlo lo avrei già fatto, prendendomene il merito… Non abbiamo i fondi per tutelare un bene di questa importanza (ricordiamo che Ponte Lupo è alto 30 metri e largo 80). Abbiamo ripreso in mano la proprietà nel 2003, da allora ci siamo occupati di ripulirla dalla spazzatura e dalla prostituzione dilagante sulla via Polense. Lei pensi che è dai tempi di Diocleziano (Salona, 22 dicembre 244 – Spalato, 3 dicembre 311) che Ponte Lupo non è stato mai restaurato, e questo fa del ponte uno straordinario manifesto delle capacità architettoniche ed ingegneristiche dei Romani, dato che non è mai crollato dopo oltre 1800 anni senza manutenzione. E’ un vero tesoro!«

Ponte Lupo è accessibile a piedi dal chilometro trenta della strada Polense, sulla destra in direzione sud. Nonostante sia situato all’interno di una proprietà privata il cancello pedonale è aperto, quello automobilistico è invece chiuso, occorre contrattare la proprietà per concordare l’accesso. Di quando in quando i Barberini installano cartelli per la corretta localizzazione del ponte, per indicare i numeri di telefono per le visite e per segnalare la presenza della zona archeologica ed anche il pericolo, perché nella loro proprietà San Giovanni in Campo Orazio sono presenti numerosi pozzi costruiti dagli stessi romani, ma i cartelli vengono puntualmente divelti o vandalizzati. La stessa Soprintendenza Speciale ha difficoltà di accesso, il sentiero è sterrato e in condizioni di degrado.

«La strada di accesso a Ponte Lupo è stata messa a dura prova dalle intemperie. Io stesso di quando in quando vado a piedi oppure con un 4×4, perché è molto dissestata. È ricavata nel tufo, per cui richiederebbe anch’essa grandi investimenti».

Cosa ha fatto in questi anni per la manutenzione della proprietà?
«Abbiamo messo delle recinzioni e ripulito le discariche lungo la strada, un effetto collaterale della prostituzione molto diffusa in via Polense. Nel 2003, quando siamo arrivati, c’era una sessantina di prostitute, quaranta delle quali in zona Ponte Lupo. Oggi sono 20 perché abbiamo cercato di ripulire e recintare la proprietà a bordo strada. Le discariche erano dovute alla presenza stessa di queste povere ragazze che bevono, mangiano, portano materassi, vestiti… Come imprenditore, nei primi 5 anni mi sono occupato di ripulire la zona e di riportarla ad un livello accettabile di legalità. Perdoni l’animosità, ma noi passavamo le estati, le domeniche nel tentativo di ripulire le piazzole, i boschi, i fiumi! Nella periferia di Roma ci sentiamo un pò nel “far west”…
Al momento però sconsiglio l’accesso al turista della domenica, perché la zona è ricca di pozzi d’ispezione profondi circa 15 metri. Di solito ospitiamo associazioni culturali che arrivano con archeologi, esperti e guide in grado di orientarsi e muoversi con circospezione, e poi sono assicurati. Comunque preferiamo essere avvertiti per sapere chi si trova all’interno della proprietà.» La disponibilità di Urbano è manifesta «Se lo Stato decidesse di fare un investimento, io sono favorevole a rendere Ponte Lupo pubblico e visitabile. Sarebbe bello vedere le persone visitare il ponte a piedi, in bici o a cavallo. Il senso dell’appello è proprio questo. È chiaro che se si richiedesse alla proprietà la manutenzione, la pulizia, la potatura eccetera… è anche giusto riconoscerlo economicamente. Lo spirito della provocazione è di dire “Abbiamo un bene pubblico, tuteliamolo”!»

Se domani lei venisse preso in parola e si presentasse un acquirente straniero, cosa farebbe?
«A volte ci si rende conto che altri paesi che hanno meno, fanno più tesoro di ciò che hanno. Il senso è questo e non vuole andare oltre questo. Se cade la Domus Aurea o Ponte Lupo, il fatto è irrimediabile. Sono tesori preziosissimi, unici. Lo Stato si deve render conto che i Beni Culturali sono la cosa più preziosa che ha e Ponte Lupo è il più importante degli acquedotti romani. Inoltre tutta la periferia di Roma è una risorsa, l’Agro Romano è strepitoso è deve essere valorizzato.»

Per visitare Ponte Lupo anche noi di House living and business vi sconsigliamo di avventurarvi da soli e senza preavviso nella proprietà del Principe Barberini, ma contattatelo direttamente a questo indirizzo di posta elettronica: pontelupo@gmail.com