mercoledì 1 maggio 2013
Il punto di vista di chi porta a spasso Fido
Avere un cane è faccenda per gente fortunata.
Sto parlando di una creatura che ti accoglie con gioia pura al tuo rientro a casa, adora la tua cucina sempre e comunque venga, è perennemente di ottimo umore e del tipo contagioso, nutre sentimenti sinceri e ama con una fedeltà da far invida a Romeo e Giulietta, sommati.
Oltre a tutto questo già sufficiente ben di Dio, il fedele zamputo domestico procura uno dei piaceri più sinceri della vita di un cristiano comune: la passeggiata.
La passeggiata col cane non è una sbattita, un'incombenza, è un'uscita pura, senza nessuna ambizione. Non stai andando a cercare quei pantaloni che ti faranno sembrare Belèn a dieta, non sei a caccia di una maglietta che trasformi la tua prima di reggiseno in una quarta abbondante... Non sei imbottigliata nel traffico con l'ansia da parcheggio, non puoi arrivare in ritardo perché non hai destinazione, non hai méta...
Il tempo si dilata per magia e se poi rifai sempre il solito percorso, tanto da aver scavato il solchetto tuo e del tuo bubu, allora ad un certo punto si determina un fenomeno che nessun'altro può capire, se non chi passeggia un cane: osservi.
Scopri terrazzi alberati in cima ai palzzi, segui la crescita delle piante sulle aiuole coltivate, impari gli allestimenti dei negozi cadenzati dalle feste commerciali, indovini sempre i giorni esatti per il ritiro della spazzatura, conosci i segreti dei divieti di sosta per lavaggio strade... ma soprattutto guardi in faccia la gente che cammina e che popola le strade. Ti accorgi di un'umanità vociante e ridanciana, indaffarata o perdigiorno. Viva.
Sesto San Giovanni, poi, è una città operaia nonostante questa razza sia quasi del tutto estinta. Gli scheletri delle acciaierie sorvegliano il ricordo di un tempo cui non viene concesso di svanire, così i suoi abitanti restano contagiati dalla storia, benché non gli appartenga.
La mia passeggiata col cane si snoda lungo un quadrato che abbraccia diverse microrealtà, spaziando dalle case di cortile al palazzone: attraverso due parchi e costeggio un'erboristeria, un ristorante, un bar, una birreria, due pizzerie kebap, due scuole - una elementare e una media -, una fabbrica. Passo poco lontano dagli uffici della Heineken, della Wind, di Intesa San Paolo, il cielo è ingabbiato dai grattacieli di Giancarlo Marzorati (l'architetto, ndr) e il venerdì c'è il mercato rionale di fianco a Spazio Arte. Di tutto di più.
Io porto a passeggio un incrocio tra un setter gordon, un coker nero e un sommelier. Si chiama Luis ed è cieco come Ray Charles, sordo come una campana, testardo come un mulo, buono come lo zucchero e vecchio come il cucco. Essendo incrociato tra due cani da caccia ha il vizietto dell'annusata nel torbido... poi è pure cieco per cui cammina naso a terra; ma essendo maschio, vecchio e pure un pò pervertito, il nonnino si è beccato da me l'appellativo di "sommelier pipì" per la sua oscena attitudine ad annusare prima e suggere poi a piccole lappate, TUTTE LE PIPI' delle femmine (in calore e non) di quartiere. A volte l'assaggio perdura diversi minuti per concludersi con denti che battono e pisciatina a copertuta dell'olezzo femminile... Io porto sempre con me i sacchetti per raccogliere la cacca, ma più spesso li uso per respirarci dentro tipo colla o per il vomito.
Nonostante lui sia quasi completamente cieco, cammina davanti a me e pure tirando, convinto di sapere come vada la faccenda pisciatina urbana, ignaro di pali, marciapiedi, cacche minate, buche, tombini, cubetti di sanpietrini e chi più ne ha più ne metta.... per cui mi sforzo di guidarlo usando il guinzaglio a mò di redini col risultato che le capate sono relativamente poche, ma sembriamo due rabdomanti fatti di acido che zigzagano alla ricerca dell'angolo perfetto dove centellinare lo schizzetto di pipì - uno delle decine che spruzza cadavolta.
A dispetto delle difficoltà nel contenere le incredibili esuberanze del vegliardo, ho potuto riscoprire l'arte dell'osservatrice fancazzista, una mistica quanto appagante attitudine al dettaglio umano che mi ha fatto venire il desiderio di raccontarvi tutte le storie che io ho la fortuna di osservare nella lunga frazione di un attimo, il tempo giusto per indovinare tutta la vita delle persone che incrocio per puro caso.
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