lunedì 6 maggio 2013

La bambola grigia

Ho incontrato questa bambola al ritorno dal Dico, col mio carico di latte di soya e qualche verdura. Mi portavo aggrappato alla spalla il sacchetto riciclabile, un fardello affatto indifferente, mentre mi guardavo i piedi camminando lungo il cancello della scuola elementare.

A pochi passi dal semaforo mi passa accanto, quasi sfiorandomi, una donna longilinea, dai tratti delicati, vestita femminile e umile. Una longuette da cui uscivano ondeggiando due gambette magre, quasi ossute, che correvano ad infilarsi nelle decolletè a punta quadrata, blu. Il golfino azzurro cenere chiudeva il ritmo della camiciola a righe fini, il colletto un pò sbozzato e liso, la collanina di coralli rosa piccoli piccoli che metteva fine al collo rugoso. Le spalle erano poco incurvate, le braccia tenevano bene la borsetta marrone a tracolla, di una pelle antica e lustra, il bottone dorato e un velo di vetustà.

Sguardo etereo come i capelli ingrigiti dal tempo, portati con un caschetto alle spalle un pò increspato dalle giornate umide e dagli shampoo a buon mercato.

Era una bambola, una bambola di oltre settant'anni. Una volta viveva sul letto della Duchessina, circondata da una schiera di bambole, una sudditanza di gran rispetto nel regno del Letto a Baldacchino. Gli stucchi disegnavano l'incipit delle avventure che Bambola e la Duchessina vivevano ogni giorno, per anni, e che si concludevano con una delicata quanto perfetta toeletta di Bambola dai lunghi capelli castani e le vesti del colore delle rose selvagge che s'arrampicavano fin sulla loggia della piccola borghese. Ma come sempre accade, tutte le bambole nascono per essere dimenticate ed il loro destino si compie quando la bambina, ormai donna, la ripone nell'urna di cartone che, una volta chiusa, la porterà nella Terra Dimenticata.  La leggenda narra che se quella scatola verrà aperta anche solo una volta, prima dell'alba del ventottesimo compleanno della bambina ormai donna, la bambola ne sarà figlia.

Ma non fu questo il destino della Bambola Grigia che io ho incontrato al ritorno dal Dico... la tristezza del suo volto racconta una storia diversa... Quando Duchessina lasciò a soli 13 anni la bella casa col cespuglio di rose selvagge per andare in sposa al Conte Di Peregallo, in Brianza, decise di lasciare libera la sua Bambola, sul letto con le cortigiane: non aveva cuore di rinchiuderla in una scatola, ma nemmeno fu possibile portarla con sè, per le insistenze del marito.

La stanza era diventata un deserto di solitudine e gelo, niente e nessuno entrava mai per giocare, soltanto la donna delle pulizie che di quando in quando toglieva la polvere, mentre cantava una canzone sguaiata come le calze insolenti che soleva indossare. Un giorno quella entrò saltellando nella stanza, si buttò sul letto e prese Bambola per i capelli: "La tua mamma è morta, lo sapevi? Di parto... troppo esile, forse troppo giovane...." e scoppiò in una risata estasiata "Ora l'eredità sarà mia... questi non hanno parenti e sono l'unica che... che li segue..."
Bambola ascoltava le agghiaccianti rivelazioni con la faccia nelle coperte, era stata gettata a casaccio, cadendo malamente...

"Duchessina è morta..." e siccome Bambola non era stata chiusa nella scatola, non era potuta partire per la Terra Dimenticata per poi poter essere magari ripescata dalla sorte, diventando la figlia della sua adorata mamma bambina....
Ma l'attendeva un destino ben più insolito... La Donna della Pulizie subito adottò Bambola, quando andò a vivere nella stanza di Duchessa perché i genitori erano distrutti dal dolore e non volevano più rimanere da soli. La donna usava la bambola come ornamento sul letto e siccome era la più bella, tolse le altre gettandole nella spazzatura, lasciandola sola in un nuovo dolore.

Com'era logico supporre, dopo qualche anno la Donna delle Pulizie si sposò, e qualche giorno prima delle nozze ripose Bambola in una scatola, spedendola subito nella Terra Dimenticata, perché in quel letto avrebbe dormito col marito e una bambola proprio non ci stava più. Pochi giorni prima del 28esimo compleanno, la donna aprì la scatola di Bambola per errore, stava cercando dei cappelli per uscire con le amiche. E dopo nove mesi nacque una bambina, Elena, la Bambola Grigia che io ho visto tornando dal Dico.

Quando Elena aveva nove anni, la Donna delle Pulizie, ormai padrona di casa col marito, cercò Bambola e la mise in braccio alla figlia, che si specchiò. Non capita quasi mai, ma in quell'occasione la bambina si ricordò della sua precedente vita da Bambola, si ricordò di Duchessina, delle risate della Donna delle Pulizie - ora la sua mamma... seppe tutto, a soli nove anni.
A dodici andò al cimitero a trovare Duchessina, quella che lei considerava la sua vera madre.

A quindici anni Elena smise di studiare ed inziò a fare bambole di porcellana e stoffa, lasciando per ciascuna un foglio con istruzioni segrete e precise, destinate alla bambine. Nascondeva il foglietto nei vestiti, nel cappello o nei nastrini, di modo che solo le bambine potessero trovarli, ed imparare a stringere il patto di maternità con le bambole che da piccole hanno amato con tutto il cuore.

Da allora - sono passati più di 60 anni - tutte le bambole di Elena camminano mano nella mano delle loro mamme che da bambine strinsero il patto di maternità con loro; le puoi riconoscere dal modo speciale che hanno di pettinare le loro figlie, con quella leggerezza e grazia che solo chi le ama da sempre può avere.

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