giovedì 4 settembre 2014

Soldi e Successo... i surrogati addizionali di un sogno sincero.

Ho iniziato a scrivere senza accorgermene, appena agli esordi dell'adolescenza.

Avevo l'urgenza di sfogare certe frustrazioni riguardo i primi innamoramenti e mi sono trovata per caso a scribacchiare su una agenda di similpelle, di quelle che una volta le banche regalavano ai correntisti per Natale.

Poi per puro amore della condivisione - bellissima attitudine dell'adolescenza infantile - ho passato lo scribacchiato ad una amica.

"Scrivi bene", mi disse.
"...ma se per la fretta ho scritto con una calligrafia oscena", risposi, candida e dolce come lo zucchero vanigliato.

Chiarito il fraintendimento, smisi di preoccuparmi della faccenda scrittura, cui mi dedicavo giusto giusto per dovere scolare nelle ore preposte allo svolgimento dei temi.

Poi dopo molti anni e fuori dall'adolescenza, per caso l'urgenza si ripresentò. Più incalzante di una pipì, più totalizzante della fame, ripetendosi a singhiozzo negli anni.

A quel punto però, la mente era già impastoiata di sogni standardizzati, fatti per lo più di successo e soldi, per cui ho pensato bene di tenere ogni scritto a debita distanza dalla possibile diffusione, tanto da aver condannato ogni parola all'ammuffimento da cassetto.

Fino ad oggi. Finalmente mi libero di quei surrogati addizionali che hanno soffocato il sogno sincero: essere letta e riuscire a suscitare una vibrazione, un'emozione.

Per questo ho creato il blog "I SEGRETI DEL NULLA", titolo rubato alla tesi di laurea in pittura a Brera, cui sono molto affezionata perché non c'è nessun mistero che si cela nella vita. Sotto la vita, c'è altra vita, energia in movimento.

Questa libertà è una delle esperienze più belle che ho sperimentato negli ultimi anni.

Buona lettura sul mio nuovo blog I SEGRETI DEL NULLA.

martedì 1 ottobre 2013

autunno

Le ombre estive degli anziani
nel parco spazzato dal vento

si domandano nello scuro dei pomeriggi abbreviati
se sarà un altro giugno.


lunedì 5 agosto 2013

Il bacio (2007)



La notte si intreccia,
un rivolo di pensieri scivola sulla pelle    talmente piano       fa male. Troppo il calore, c'è una fiamma stridente, una torre che fonde in punta di piedi   e le ceneri soffiano invisibili tra le nacchere verdi dei rami, stupenda risata

ma il pensiero è retrattile
quando, dopo nascosto
torna     s'insinua pericoloso

e ancora s'avvolge delizioso tra i pori
si aggira velenoso e mortale                              

i sensi tacciono
il respiro si annulla
quando gli occhi si socchiudono nella tenebra familiare e scorgono
in piena dilatazione

lo sguardo miete all'infuori l'immagine di un sapore
e null'altro scoppia ad esistere se non dentro la vertigine
bugiarda
che riflette
rimanda
e tra il sonno discinto
e una veglia febbrile, surreale

resta l'impronta soffice
resta l'attimo dopo
resta la complessità di un assurdo, prezioso come la punta dorata dell'emozione avuta in dono

l'oro che gocciola
che lava via
che riimmagina e disegna nel buio un sè stesso talmente gargantuesco

da finire sopito e silente
nel rossore tardivo
come di piccola bugia svelata

seduta sotto un tramonto acerbo
in attesa che il sole arroventi l'acqua che slitta sotto i piedi


Un oceano possibile
in cui disciogliere l'intero arcobaleno dei pensieri

ed avere indietro
dentro la conchiglietta discreta
l'idea della gemma
dal granellino alla perlea saliva.

In fondo è soltanto questo
o è tutto qui...
l'umore dalla bocca disegna una riva in punta di labbra
la posa su di un granello di sabbia
o polvere
cenere
fuliggine, che importa

ciò che resta, tanto
è sempre e solo
una bellissima perla

Un passo ancora

chiedo solo che tu venga a vedere
quel che accade

quando i carri scivolano sul ponte.

La luna freme al cigolare della ruota
I cavalli trattengono il pensiero della morte.

Il nocchiero scende
e lascia che gli

amanti addormentati

proseguano il viaggio senza testimoni.

lunedì 6 maggio 2013

La bambola grigia

Ho incontrato questa bambola al ritorno dal Dico, col mio carico di latte di soya e qualche verdura. Mi portavo aggrappato alla spalla il sacchetto riciclabile, un fardello affatto indifferente, mentre mi guardavo i piedi camminando lungo il cancello della scuola elementare.

A pochi passi dal semaforo mi passa accanto, quasi sfiorandomi, una donna longilinea, dai tratti delicati, vestita femminile e umile. Una longuette da cui uscivano ondeggiando due gambette magre, quasi ossute, che correvano ad infilarsi nelle decolletè a punta quadrata, blu. Il golfino azzurro cenere chiudeva il ritmo della camiciola a righe fini, il colletto un pò sbozzato e liso, la collanina di coralli rosa piccoli piccoli che metteva fine al collo rugoso. Le spalle erano poco incurvate, le braccia tenevano bene la borsetta marrone a tracolla, di una pelle antica e lustra, il bottone dorato e un velo di vetustà.

Sguardo etereo come i capelli ingrigiti dal tempo, portati con un caschetto alle spalle un pò increspato dalle giornate umide e dagli shampoo a buon mercato.

Era una bambola, una bambola di oltre settant'anni. Una volta viveva sul letto della Duchessina, circondata da una schiera di bambole, una sudditanza di gran rispetto nel regno del Letto a Baldacchino. Gli stucchi disegnavano l'incipit delle avventure che Bambola e la Duchessina vivevano ogni giorno, per anni, e che si concludevano con una delicata quanto perfetta toeletta di Bambola dai lunghi capelli castani e le vesti del colore delle rose selvagge che s'arrampicavano fin sulla loggia della piccola borghese. Ma come sempre accade, tutte le bambole nascono per essere dimenticate ed il loro destino si compie quando la bambina, ormai donna, la ripone nell'urna di cartone che, una volta chiusa, la porterà nella Terra Dimenticata.  La leggenda narra che se quella scatola verrà aperta anche solo una volta, prima dell'alba del ventottesimo compleanno della bambina ormai donna, la bambola ne sarà figlia.

Ma non fu questo il destino della Bambola Grigia che io ho incontrato al ritorno dal Dico... la tristezza del suo volto racconta una storia diversa... Quando Duchessina lasciò a soli 13 anni la bella casa col cespuglio di rose selvagge per andare in sposa al Conte Di Peregallo, in Brianza, decise di lasciare libera la sua Bambola, sul letto con le cortigiane: non aveva cuore di rinchiuderla in una scatola, ma nemmeno fu possibile portarla con sè, per le insistenze del marito.

La stanza era diventata un deserto di solitudine e gelo, niente e nessuno entrava mai per giocare, soltanto la donna delle pulizie che di quando in quando toglieva la polvere, mentre cantava una canzone sguaiata come le calze insolenti che soleva indossare. Un giorno quella entrò saltellando nella stanza, si buttò sul letto e prese Bambola per i capelli: "La tua mamma è morta, lo sapevi? Di parto... troppo esile, forse troppo giovane...." e scoppiò in una risata estasiata "Ora l'eredità sarà mia... questi non hanno parenti e sono l'unica che... che li segue..."
Bambola ascoltava le agghiaccianti rivelazioni con la faccia nelle coperte, era stata gettata a casaccio, cadendo malamente...

"Duchessina è morta..." e siccome Bambola non era stata chiusa nella scatola, non era potuta partire per la Terra Dimenticata per poi poter essere magari ripescata dalla sorte, diventando la figlia della sua adorata mamma bambina....
Ma l'attendeva un destino ben più insolito... La Donna della Pulizie subito adottò Bambola, quando andò a vivere nella stanza di Duchessa perché i genitori erano distrutti dal dolore e non volevano più rimanere da soli. La donna usava la bambola come ornamento sul letto e siccome era la più bella, tolse le altre gettandole nella spazzatura, lasciandola sola in un nuovo dolore.

Com'era logico supporre, dopo qualche anno la Donna delle Pulizie si sposò, e qualche giorno prima delle nozze ripose Bambola in una scatola, spedendola subito nella Terra Dimenticata, perché in quel letto avrebbe dormito col marito e una bambola proprio non ci stava più. Pochi giorni prima del 28esimo compleanno, la donna aprì la scatola di Bambola per errore, stava cercando dei cappelli per uscire con le amiche. E dopo nove mesi nacque una bambina, Elena, la Bambola Grigia che io ho visto tornando dal Dico.

Quando Elena aveva nove anni, la Donna delle Pulizie, ormai padrona di casa col marito, cercò Bambola e la mise in braccio alla figlia, che si specchiò. Non capita quasi mai, ma in quell'occasione la bambina si ricordò della sua precedente vita da Bambola, si ricordò di Duchessina, delle risate della Donna delle Pulizie - ora la sua mamma... seppe tutto, a soli nove anni.
A dodici andò al cimitero a trovare Duchessina, quella che lei considerava la sua vera madre.

A quindici anni Elena smise di studiare ed inziò a fare bambole di porcellana e stoffa, lasciando per ciascuna un foglio con istruzioni segrete e precise, destinate alla bambine. Nascondeva il foglietto nei vestiti, nel cappello o nei nastrini, di modo che solo le bambine potessero trovarli, ed imparare a stringere il patto di maternità con le bambole che da piccole hanno amato con tutto il cuore.

Da allora - sono passati più di 60 anni - tutte le bambole di Elena camminano mano nella mano delle loro mamme che da bambine strinsero il patto di maternità con loro; le puoi riconoscere dal modo speciale che hanno di pettinare le loro figlie, con quella leggerezza e grazia che solo chi le ama da sempre può avere.

mercoledì 1 maggio 2013

Il punto di vista di chi porta a spasso Fido


Avere un cane è faccenda per gente fortunata.
Sto parlando di una creatura che ti accoglie con gioia pura al tuo rientro a casa, adora la tua cucina sempre e comunque venga, è perennemente di ottimo umore e del tipo contagioso, nutre sentimenti sinceri e ama con una fedeltà da far invida a Romeo e Giulietta, sommati.

Oltre a tutto questo già sufficiente ben di Dio, il fedele zamputo domestico procura uno dei piaceri più sinceri della vita di un cristiano comune: la passeggiata.

La passeggiata col cane non è una sbattita, un'incombenza, è un'uscita pura, senza nessuna ambizione. Non stai andando a cercare quei pantaloni che ti faranno sembrare Belèn a dieta, non sei a caccia di una maglietta che trasformi la tua prima di reggiseno in una quarta abbondante... Non sei imbottigliata nel traffico con l'ansia da parcheggio, non puoi arrivare in ritardo perché non hai destinazione, non hai méta...

Il tempo si dilata per magia e se poi rifai sempre il solito percorso, tanto da aver scavato il solchetto tuo e del tuo bubu, allora ad un certo punto si determina un fenomeno che nessun'altro può capire, se non chi passeggia un cane: osservi.

Scopri terrazzi alberati in cima ai palzzi, segui la crescita delle piante sulle aiuole coltivate, impari gli allestimenti dei negozi cadenzati dalle feste commerciali, indovini sempre i giorni esatti per il ritiro della spazzatura, conosci i segreti dei divieti di sosta per lavaggio strade... ma soprattutto guardi in faccia la gente che cammina e che popola le strade. Ti accorgi di un'umanità vociante e ridanciana, indaffarata o perdigiorno. Viva.
Sesto San Giovanni, poi, è una città operaia nonostante questa razza sia quasi del tutto estinta. Gli scheletri delle acciaierie sorvegliano il ricordo di un tempo cui non viene concesso di svanire, così i suoi abitanti restano contagiati dalla storia, benché non gli appartenga.

La mia passeggiata col cane si snoda lungo un quadrato che abbraccia diverse microrealtà, spaziando dalle case di cortile al palazzone: attraverso due parchi e costeggio un'erboristeria, un ristorante, un bar, una birreria, due pizzerie kebap, due scuole - una elementare e una media -, una fabbrica. Passo poco lontano dagli uffici della Heineken, della Wind, di Intesa San Paolo, il cielo è ingabbiato dai grattacieli di Giancarlo Marzorati (l'architetto, ndr) e il venerdì c'è il mercato rionale di fianco a Spazio Arte. Di tutto di più.

Io porto a passeggio un incrocio tra un setter gordon, un coker nero e un sommelier. Si chiama Luis ed è cieco come Ray Charles, sordo come una campana, testardo come un mulo, buono come lo zucchero e vecchio come il cucco. Essendo incrociato tra due cani da caccia ha il vizietto dell'annusata nel torbido... poi è pure cieco per cui cammina naso a terra; ma essendo maschio, vecchio e pure un pò pervertito, il nonnino si è beccato da me l'appellativo di "sommelier pipì" per la sua oscena attitudine ad annusare prima e suggere poi a piccole lappate, TUTTE LE PIPI' delle femmine (in calore e non) di quartiere. A volte l'assaggio perdura diversi minuti per concludersi con denti che battono e pisciatina a copertuta dell'olezzo femminile... Io porto sempre con me i sacchetti per raccogliere la cacca, ma più spesso li uso per respirarci dentro tipo colla o per il vomito.

Nonostante lui sia quasi completamente cieco, cammina davanti a me e pure tirando, convinto di sapere come vada la faccenda pisciatina urbana, ignaro di pali, marciapiedi, cacche minate, buche, tombini, cubetti di sanpietrini e chi più ne ha più ne metta.... per cui mi sforzo di guidarlo usando il guinzaglio a mò di redini col risultato che le capate sono relativamente poche, ma sembriamo due rabdomanti fatti di acido che zigzagano alla ricerca dell'angolo perfetto dove centellinare lo schizzetto di pipì - uno delle decine che spruzza cadavolta.

A dispetto delle difficoltà nel contenere le incredibili esuberanze del vegliardo, ho potuto riscoprire l'arte dell'osservatrice fancazzista, una mistica quanto appagante attitudine al dettaglio umano che mi ha fatto venire il desiderio di raccontarvi tutte le storie che io ho la fortuna di osservare nella lunga frazione di un attimo, il tempo giusto per indovinare tutta la vita delle persone che incrocio per puro caso.

giovedì 7 aprile 2011

... y empiezé a sueñar

y empiezè a sueñar
amanecìa, sìn percibirle.

los ojos abiertos tras las heridas de las nubes
pero el sabor era tan dulze de azucar, que no supe alejarme.

las sombras eran calidas de recuerdos
y sìn cuenta del tiempo, me dejè en los sueños, nel silencio
despacio, sìn prisa.

pero el aire era tan ligera, que no supe volar màs allà

era tan facil sentir
que no supe que sentir
y empiezè a quemar, frotandome al lucir del sol.
y no supe que brillar junto a èl.

quedè mi mirada,
luz en las cuevas de mis retinas, hasta hacerme ciega
pero no supe resistir
y no dejè caer mi mirada.

solo entonces
empiezè a ver. Al llegar del blanco.
pero no supe desquerer, y me dejè fascinar.

Era luz, era blanquear, era la visiòn màs bella nunca abrazada.

pero no supe que hacer de mi corazòn asì llenado
y empiezè a gotear.
el corazòn  rebozaba, afluiba,
y no supe resistir a su echar, y empiezè a volverme.

y la falta de mi piel me llenaba de gloria y de furor y no supe no helar,
cuando los cielos derrumbaron el pecho, fragmentos boreales, luces de perla.

yo no supe resistir, como nunca sabrè

y empiezè a cancelar....

venerdì 17 dicembre 2010

Segui lo sbarco e atterra sul pianeta Ecohousing Art

Dal 21 dicembre 2010 la Community di Ecohousing Art
sbarca sul pianeta delle ideecostruttive e condivise.
Tutte le opere e i progetti del concorso passano su pagine interattive

House Company è lieta di annunciarvi la Community di Ecohousing Art, l’evoluzione del concorso nazionale di ideecostruttive Premio IMMOBILIARE 2012 che diventa il luogo delle relazioni creative, culturali e professionali sulla cultura dell’abitare.
Confermato il montepremi di 30.000 euro, le 30.000 copie dei cataloghi e mostra finale a Milano.

La crisi economica è servita per riflettere sull’esito del concorso rispetto alle aspettative dei partecipanti.
Abbiamo quindi deciso di allungare i termini di partecipazione, per studiare il contesto socio-economico e lavorare su alcune strategie chiave. Ci siamo presentati sul territorio nel ciclo d’anteprima IDEECOSTRUTTIVE (*) che ha ospitato molti dei protagonisti della cultura e dell’Industria dell’abitare e che riprenderà il prossimo 21 dicembre ore 18.00 all’Urban Center Galleria Vittorio Emanuele II – Milano, con la presentazione ufficiale del reality artshow interattivo, abbiamo consolidato la presenza sul web in sinergia col nostro webzine House living and business, che quotidianamente fornisce informazione pulita. Soprattutto abbiamo deciso di amplificare l’interattività del concorso, trasformando il sito in network per le idee, trasferendo ogni opera e progetto a concorso su pagine totalmente interattive.
Abbiamo immaginato e realizzato il reality artshow interattivo.

C’è ancora tempo per iscriversi al concorso Ecohousing Art, diventando così i protagonisti al centro di un dibattito grazie alla preziosa condivisione dei propri processi creativi con tutto il popolo della rete.

Sul sito del concorso ogni opera e progetto è presente con una pagina dedicata che, per la prima volta nella storia, dal 21 dicembre 2010 diventa totalmente interattiva. Ogni partecipante dialoga pubblicamente con la giuria popolare, composta dagli utenti del sito che tutti i giorni si registrano con lo scopo di votare, commentare e discutere le opere e i progetti!


OBIETTIVO
Ecohousing Art nasce per creare relazioni economiche e culturali tra chi ha le idee e chi le vuole sviluppare o acquisire: artisti con galleristi e curatori, designer con aziende, architetti e ingegneri con costruttori e cittadini.
Per raggiungere questo obiettivo Ecohousing Art si è dotato di un sistema di networking delle idee: i nodi di questa rete sono le opere e i progetti attorno ai quali navigano utenti e partecipanti.


ISTRUZIONI PER L’USO, il sito www.ecohousing-art.it
Nel sito www.ecohousing-art.it i partecipanti e la giuria popolare condividono pubblicamente ogni aspetto delle opere e dei progetti.

Il partecipante riceve userid e password per accedere alla propria pagina web da 5Mb che gestisce autonomamente inserendo immagini, testi e video. Attraverso la pagina web riceve i voti della giuria popolare e risponde ai commenti pubblici che ogni utente registrato può lasciare.
La giuria popolare riceve userid e password per votare, commentare, acquisire opere e progetti a concorso.
La giuria tecnica, composta da oltre 60 protagonisti della cultura e dell’Industria dell’abitare, svolge un ruolo istituzionale che si esprime attraverso votazioni di competenza nelle fasi successive del Concorso.

La nuova homepage mette subito in primo piano opere e progetti attraverso le diverse classifiche proposte sia dal database, aggiornato in tempo reale, che dal coordinamento. Inoltre sono visibili i commenti più recenti che arrivano direttamente dalle pagine delle opere e dei progetti, per sapere sempre quali sono i più chiacchierati del momento e che cosa si dice di loro. Il tutto in una nuova veste grafica intuitiva e glamour!


LE DATE
Durata dal 30 settembre 2010 al 31 dicembre 2011
Iscrizioni fino al 15 marzo 2011
Fase 1 WORK IN PROGRESS – On line i processi creativi
dal 30 settembre 2010 al 30 giugno 2011
Fase 2 AWARD IN PROGRESS – On line la mostra e la votazione delle 2 giurie (popolare e tecnica)
dal 1 luglio al 15 ottobre 2011
Fase 3 ART SHOW IN PROGRESS – La mostra finale a Milano e la premiazione
Ottobre – Novembre/Dicembre 2011


ECOHOUSING ART, COS’E’ (per chi ancora non lo sapesse…)
È il concorso di ideecostruttive riservato a junior e senior artisti, designer, architetti e ingegneri.
I partecipanti realizzano opere e progetti per abitare gli spazi in ecologica integrazione abitativa, per un nuovo equilibrio del sistema Uomo-Casa-ambiente perché l’uomo è a casa propria nel mondo e il mondo si fa casa nell’uomo. Ecco perché coniugare l’ambiente naturale con l’ambiente costruito.

È un nuovo modello di sviluppo – economico, sociale, estetico – basato sul talento e sulla creatività condivisi, sulla progettazione interdisciplinare, sulla comunicazione e lo scambio in rete tra tutti i soggetti: professionisti e studenti disposti a mettersi in gioco proponendo on line le proprie idee; professionisti, aziende e investitori in cerca di nuove idee e cittadini che desiderano abitare in modo responsabile, soddisfacente, armonioso e bello.


(*) Ideecostruttive work in progress

Daniela Paola Aglione, coordinatore concorso

lunedì 29 novembre 2010

Italian Real Estate grows thanks to the “fiscal shield” bubble

Italian Real Estate grows
thanks to the “fiscal shield” bubble
 
 
If the income does not go up, prices have to go down in order to sell off the huge unsold of the past 5 years
 
 
 
 
 
 
THE DATA WAR AND THE REAL ESTATE FALSE ILLUSIONS – Nomisma, which in ancient greek means “the true value of the goods”, is an important center for economic studies founded in Bologna in 1981 by Nerio Nesi and Francesco Bignardi. It can also be considered a real estate rating agency, a holding – you can find its shareholder and participants in the Italian left wing – and it has presented the Third Real Estate Report for 2010. In the report you can find data, trends and expectations on the buying and selling in Italy, hereby we offer a synthesis: the crisis (2009-2010) would have destroyed 60 billions in the real estate and in the building industry. The reason? The reduction of the buying and selling, combined with the decrease of the prices, would have squeezed the turnover of the real estate sector because the loss in the building industry added to the fall of the real estate.
… However, the third Nomisma report leaves some hope by stating that the market is slowly recovering and that the phase of the decrease of the prices has ceased
 
 Daniela
 

martedì 23 novembre 2010

AAAcquedotto romano vendesi a 1€, Ponte Lupo messo in vendita dal Principe Barberini

Il Principe Barberini lancia una provocazione
per accendere i riflettori sull’acquedotto romano:
«Se avessi 10 milioni di euro lo avrei
restaurato io, prendendomi il merito»




Il Principe Urbano Barberini fa la sua boutade ai microfoni di Adnkronos ed al Messaggero «Vendo ponte romano del 144 a.C. a 1 euro» e subito parte lo scandalo, testate web e cartacee ribattono e rincorrono la notizia. Un momento… cosa ci fa un ponte romano del 147 a.C. nelle mani di un principe? Lo vuol vendere ma, boutade a parte, lo può vendere a chi vuole? E poi perché vuole i soldi dallo Stato se il ponte è suo? House living and business ha cercato le risposte a tutte queste domande contattando sia la Soprintendenza di Roma che lo stesso Principe Barberini, per vederci chiaro e farvi sapere tutti i retroscena.

IL FUNZIONARIO DOTT. STEFANO MUSCO
Il funzionario dell’XIII Municipio della Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Roma, il Dott. Stefano Musco subito commenta «Sono grato a Urbano Barberini per la dichiarazione che ha reso alla stampa. Lo conosco e posso dire che è realmente preoccupato per lo stato in cui versa i ponte». Il funzionario ci accenna di antichi balivaggi (o baliaggi, aree giurisdizionali medievali) in carico ai Cavalieri di Malta ma… insomma, la proprietà di San Giovanni in Campo Orazio è una tenuta agricola situata nei pressi della Prenestina e tagliata a metà dalla Via Polense, che appartiene alla famiglia Barberini dal 1600 circa, all’interno della quale si trova Ponte Lupo, portato alle luci della ribalta dalle dichiarazioni al vetriolo del Principe. Ponte Lupo è un acquedotto romano costruito nel 147 a.C. che portava acqua potabile da Subiaco a Roma, voluto dal console Marcio (da qui il nome Aqua Marcia) e collegato al vicino Ponte delle Forme Rotte per tenere l’acqua in quota ed evitare che questa giungesse nella città di Roma con forza eccessiva. Il ponte-acquedotto è alto 30 metri e largo 80, scavalca la vallata chiamata Fosso delle Acque Rosse o Valle dei Morti, così battezzata nel XIX secolo per l’abbondanza di reperti umani ed archeologici allora rinvenuti. Oggi il ponte versa in condizioni di estremo degrado ed abbandono, il funzionario dichiara che è quasi interamente ricoperto dalla vegetazione. Dopo la lettera d’intenti per il restauto inviata dal Mibac ai Barberini nel 2007, non sono mai stati effettuati i sopralluoghi necessari a presentare un’indagine accurata per stabilire l’entità effettiva dei lavori di recupero.

«I monumenti del suburbio di Roma sono un pò i “fratellini” di quelli della capitale, cui viene data maggior importanza essendo più rappresentativi per la città. Ma non per questo devono essere destinati all’abbandono, intendiamoci. Le potrei fare un elenco lunghissimo di altrettanti monumenti e siti che versano in stato di abbandono. Da una nostra prima stima servirebbero dai 3 ai 5 milioni di euro per il restauro del ponte, ma non siamo in grado di dirlo con certezza» spiega il Dott. Musco, «perché dobbiamo effettuare un sopralluogo con un’intera squadra di esperti che comprendono più figure, dal geologo all’archeologo all’esperto di botanica perché occorre valutare anche quali sono le piante da estirpare e quali invece le essenze da lasciare perché rendono l’architettura ancor più affascinante, senza recar danno chiaramente alla struttura. I soldi per le indagini ci sono, quelli li abbiamo trovati».

Ponte Lupo è di proprietà del Principe Urbano Barberini, ma su di esso grava il vincolo della Soprintendenza ai Beni Culturali, per cui è soggetto al Decreto 42/2004 che sancisce gli obblighi per la conservazione dei beni di interesse nazionale. La legge vuole che il Principe Barberini sia responsabile della conservazione e del restauro del ponte e che le spese siano interamente a suo carico. Non solo, trattandosi di un bene appartenente al patrimonio culturale italiano, egli è tenuto per legge a farlo visitare ai privati cittadini che ne fanno richiesta almeno un giorno al mese, ci sottolinea il Dott. Musco, benché nemmeno noi della redazione di House siamo riusciti a trovare un recapito telefonico pubblico per prenotare una visita. Il funzionario Dott. Musco ci fa poi notare quanto sia difficile raggiungere il ponte: «Serve una guida esperta» perché non esiste una strada asfaltata che conduca all’acquedotto. Inoltre la zona, che si trova a trenta chilometri dalla città ma ancora all’interno del Comune di Roma, quasi sul confine con Gallicano, è malservita dai mezzi pubblici tanto che ci si può arrivare comodamente solo in macchina.

Perché mai il principe vuol vendere il ponte ad 1 euro? Può farlo? Il Funzionario Musco ci spiega che lo Stato può intervenire nel restauro sostituendosi completamente al legittimo proprietario se questi non è in grado o non vuole provvedere. A quel punto lo Stato potrebbe disporre completamente del bene per renderlo accessibile al grande pubblico.

Il funzionario della Soprintendenza Speciale è molto chiaro anche in relazione all’alienazione del bene. «Quando si decide di vendere un bene di pubblico interesse, all’atto del compromesso il notaio stesso procede per legge ad informare la Soprintendenza, la quale verifica la congruità del prezzo e dichiara o meno l’interesse da parte dello Stato all’acquisto del bene al prezzo dichiarato nell’atto. In caso d’interesse, lo Stato ha sempre diritto di prelazione.»
E se il principe si accordasse per Ponte Lupo, che so… con Sarkozy a 2 euro ? «Lo Stato potrebbe decidere di acquistarlo sempre a quel prezzo, se ritenesse il bene interessante, dopodiché prenderebbe accordi con la proprietà per l’occupazione temporanea del suolo per lo svolgimento dei lavori di restauro. Pagando.», e stabilire ulteriori concessioni per la fruizione del pubblico tramite servitù di passaggio o ulteriori occupazioni temporanee che possono durare mesi o anni.

IL PRINCIPE URBANO SFORZA BARBERINI
Abbiamo raccolto la testimonianza del principe Urbano Sforza Barberini, che con grande gentilezza e trasporto ci ha manifestato tutta la sua preoccupazione per le condizioni in cui versa il ponte «Ma mia è una provocazione, venuta fuori per la disperazione di vedere un bene di straordinaria importanza e bellezza completamente degradato e nell’impossibilità di tutelarlo. Il mio è un moto di disperazione». La voce al telefono è un gradevole mix di garbo, entusiasmo e concitazione, il principe talvolta si consulta con la compagna Viviana Broglio, usando molto spesso il “noi”.

«Dopo la lettera del 2007, si sono fermati.» il principe parla della lettera ricevuta dal Mibac che annunciava i sopralluoghi per le indagini sullo stato di conservazione del bene e che la Soprintendenza dichiara di essere economicamente in grado di effettuare. «Per Ponte Lupo ho riscontrato una grande attenzione da parte del British Institute of Culture, dei Francesi… da poco ho accompagnato di persona dei giovani archeologi australiani… Invece lo Stato italiano non investe, anzi, taglia senza capire che per ogni euro investito nei beni culturali, ne entrano altri 3, addirittura 10 nell’indotto! Le faccio un esempio, noi abitiamo vicino a Villa Adriana che è un luogo strepitoso, dove spesso però vediamo fuggire i turisti perché non sanno dove andare, a chi chiedere… perché non ci sono collegamenti, infrastrutture e servizi… Quel che dico io è fermiamoci, tuteliamo quello che è il nostro patrimonio che stiamo distruggendo con condoni edilizi, abusivismo, spazzatura… La mia è una provocazione, cos’altro posso fare?»

Pagare lei la ristrutturazione?
(ride con amarezza) «Questo ponte è tutelato dalla Soprintendenza perché è un monumento storico nazionale. Se io avessi 10 milioni di euro per restaurarlo lo avrei già fatto, prendendomene il merito… Non abbiamo i fondi per tutelare un bene di questa importanza (ricordiamo che Ponte Lupo è alto 30 metri e largo 80). Abbiamo ripreso in mano la proprietà nel 2003, da allora ci siamo occupati di ripulirla dalla spazzatura e dalla prostituzione dilagante sulla via Polense. Lei pensi che è dai tempi di Diocleziano (Salona, 22 dicembre 244 – Spalato, 3 dicembre 311) che Ponte Lupo non è stato mai restaurato, e questo fa del ponte uno straordinario manifesto delle capacità architettoniche ed ingegneristiche dei Romani, dato che non è mai crollato dopo oltre 1800 anni senza manutenzione. E’ un vero tesoro!«

Ponte Lupo è accessibile a piedi dal chilometro trenta della strada Polense, sulla destra in direzione sud. Nonostante sia situato all’interno di una proprietà privata il cancello pedonale è aperto, quello automobilistico è invece chiuso, occorre contrattare la proprietà per concordare l’accesso. Di quando in quando i Barberini installano cartelli per la corretta localizzazione del ponte, per indicare i numeri di telefono per le visite e per segnalare la presenza della zona archeologica ed anche il pericolo, perché nella loro proprietà San Giovanni in Campo Orazio sono presenti numerosi pozzi costruiti dagli stessi romani, ma i cartelli vengono puntualmente divelti o vandalizzati. La stessa Soprintendenza Speciale ha difficoltà di accesso, il sentiero è sterrato e in condizioni di degrado.

«La strada di accesso a Ponte Lupo è stata messa a dura prova dalle intemperie. Io stesso di quando in quando vado a piedi oppure con un 4×4, perché è molto dissestata. È ricavata nel tufo, per cui richiederebbe anch’essa grandi investimenti».

Cosa ha fatto in questi anni per la manutenzione della proprietà?
«Abbiamo messo delle recinzioni e ripulito le discariche lungo la strada, un effetto collaterale della prostituzione molto diffusa in via Polense. Nel 2003, quando siamo arrivati, c’era una sessantina di prostitute, quaranta delle quali in zona Ponte Lupo. Oggi sono 20 perché abbiamo cercato di ripulire e recintare la proprietà a bordo strada. Le discariche erano dovute alla presenza stessa di queste povere ragazze che bevono, mangiano, portano materassi, vestiti… Come imprenditore, nei primi 5 anni mi sono occupato di ripulire la zona e di riportarla ad un livello accettabile di legalità. Perdoni l’animosità, ma noi passavamo le estati, le domeniche nel tentativo di ripulire le piazzole, i boschi, i fiumi! Nella periferia di Roma ci sentiamo un pò nel “far west”…
Al momento però sconsiglio l’accesso al turista della domenica, perché la zona è ricca di pozzi d’ispezione profondi circa 15 metri. Di solito ospitiamo associazioni culturali che arrivano con archeologi, esperti e guide in grado di orientarsi e muoversi con circospezione, e poi sono assicurati. Comunque preferiamo essere avvertiti per sapere chi si trova all’interno della proprietà.» La disponibilità di Urbano è manifesta «Se lo Stato decidesse di fare un investimento, io sono favorevole a rendere Ponte Lupo pubblico e visitabile. Sarebbe bello vedere le persone visitare il ponte a piedi, in bici o a cavallo. Il senso dell’appello è proprio questo. È chiaro che se si richiedesse alla proprietà la manutenzione, la pulizia, la potatura eccetera… è anche giusto riconoscerlo economicamente. Lo spirito della provocazione è di dire “Abbiamo un bene pubblico, tuteliamolo”!»

Se domani lei venisse preso in parola e si presentasse un acquirente straniero, cosa farebbe?
«A volte ci si rende conto che altri paesi che hanno meno, fanno più tesoro di ciò che hanno. Il senso è questo e non vuole andare oltre questo. Se cade la Domus Aurea o Ponte Lupo, il fatto è irrimediabile. Sono tesori preziosissimi, unici. Lo Stato si deve render conto che i Beni Culturali sono la cosa più preziosa che ha e Ponte Lupo è il più importante degli acquedotti romani. Inoltre tutta la periferia di Roma è una risorsa, l’Agro Romano è strepitoso è deve essere valorizzato.»

Per visitare Ponte Lupo anche noi di House living and business vi sconsigliamo di avventurarvi da soli e senza preavviso nella proprietà del Principe Barberini, ma contattatelo direttamente a questo indirizzo di posta elettronica: pontelupo@gmail.com

venerdì 15 ottobre 2010

15 OTTOBRE 2010 – IDENTITÁ VIOLATE

Il tradimento post moderno passa attraverso la crisi delle identità

Identità professionale, culturale, politica, nazionale violate dalla crisi economica e dal linguaggio politico
 
Dopo il tomentone “territorio” tanto caro alla Lega Nord, ma non solo, la parola chiave è “identità”. L’identità è il modo in cui un individuo considera se stesso rispetto all’appartenenza o all’alterità rispetto a gruppi sociali (in senso molto generico). Un soggetto normalmente si identifica all’interno di uno o più gruppi manifestando un senso di appartenenza e, viceversa, si distingue da altri con un senso di alterità. Al concetto di identità sono legati ad esempio il nazionalismo, la xenofobia, il femminismo… Nell’era della globalizzazione, della comunicazione e della grande nuvola, le nostre identità soggettive e nazionali rischiano di dissiparsi per la perdita del lavoro, per l’incuria dei Beni Culturali, per la sudditanza mediatico politica. Il primo caso lo si riscontra nel quotidiano, ad esempio nelle dichiarazioni rilasciate ieri, 14 ottobre, alla trasmissione Anno Zero condotta da Michele Santoro, da una delle cassaintegrate Omsa di Faenza che sottolinea, tra le altre e più gravi condizioni contingenti, la perdita di quell’identità professionale che era nata nell’essere e nel sentirsi parte di un progetto e di un prodotto italiano di una azienda, la Golden Lady, proprietaria di Omsa e di altri marchi.

Parla di identità civica Salvatore Settis alla giornalista Daniela Minerva nell’intervista su l'Espresso del 13 ottobre «Il premio Nobel Amarthya Sen e diversi economisti hanno ormai dimostrato che la produttività di un Paese si promuove rafforzandone l’identità civica. Che noi abbiamo solidissima proprio grazie alla nostra identità culturale: un senese come un leccese o qualunque cittadino di questo Paese è fiero di essere tale anche per l’enorme e straordinario patrimonio culturale che lo circonda e di cui è parte. Se perdiamo i nostri beni perdiamo la nostra identità».

Alberto Abruzzese, nell’intervista rilasciata il 23 giugno scorso ad House living and business, ha già teorizzato il nostro passaggio da cittadini a spettatori, a consumatori. Eccone una sintesi « La dimensione metropolitana in Italia si raggiunge soltanto negli anni ’80, e la si raggiunge non facendo riferimento al territorio fisico, ma facendo riferimento alla televisione. Cioè il territorio metropolitano in Italia non sarà mai quello fisico, ma invece lo è e lo diventa attraverso la televisione, quando in Italia si forma il regime misto, cioè RAI-Fininvest. (…) Da noi l’esperienza metropolitana è stata un disastro, colpa anche di Istituzioni povere, che è quello che spiega il grande mutamento politico che si determina a partire dagli anni ’90. Gli anni ’90 sono il risultato di questo cataclisma culturale, legato ai consumi, legato al consumo televisivo degli anni ’80. (…) Berlusconi mostra uno stile di valori che corrisponde di più al senso comune delle persone, soprattutto di quegli strati più emblematici della società italiana, del cittadino. Insomma le Istituzioni politico-parlamentari sono fondate sul cittadino, ma la cultura italiana nel suo insieme non si è accorta che progressivamente questo cittadino, non sufficientemente alimentato da un apparato Istituzionale, come accade nella democrazia inglese o americana o in altri paesi, si fa molto di più consumatore, piuttosto che cittadino. Il cittadino in una prima fase si fa spettatore, e questa era una dimensione comunque presente in tutti i sistemi, perché tutti i sistemi moderni hanno avuto un tipo di sovranità che si è servita molto della sua spettacolarizzazione, come del resto è innato nella figura del sovrano, anche quando il sovrano è il leader di un partito… Però invece il salto, il mutamento molto forte è questo passaggio da cittadino-spettatore a consumatore vero e proprio. Il consumatore non ha il senso della storia, non ha il senso dei valori tradizionali, pensa al suo interesse, è molto familista, è legato a passioni, affetti, desideri, ambizioni… . Il consumatore sfugge al linguaggio dei partiti tradizionali, che non a caso si sono disgregati, che non ce la fanno a controbattere, anzi, che costruiscono ancora la forza di affermazione del berlusconismo, la rimpopolano loro, sbagliando il loro linguaggio!».

Abruzzese ha anticipato ciò che più dettagliatamente ha scritto Gustavo Zagrebelsky nel suo articolo "La neolingua del Cavaliere" su La Repubblica del 14 ottobre. Dopo il passaggio cittadino – spettatore – consumatore, ecco l’ultimo: suddito. Nonostante possa sembrare una regressione storica, la sudditanza questa volta è di tipo identitario, la cui matrice si riscontra nell’uso sensuale di un linguaggio ad alta penetrazione grazie all’identità sia del mittente, che dell’”emittente”. Quella televisiva, appunto. Dopo un escursus sulla natura religioso politica de divin gesto di “scendere” in politica, interessante il passaggio chiave sulle identità violate, stavolta quelle giovani (tralasciamo le polemiche sulla scuola di Adro): «L’ idea che la vita politica si basi su un legame sociale che – certamente – implica ma non si esaurisce in benessere materiale, consumi, sviluppo economico, è totalmente estranea al modo di pensare attuale e alla lingua che l’esprime. L’ Italia è “l’azienda Italia” e tutti devono “fare sistema”, “fare squadra” perché possa funzionare. Basterebbe pensare alla politica delle “tre i”, slogan lanciato a suo tempo per sintetizzare il senso delle riforme nella scuola italiana: inglese, internet, impresa. Dalla scuola si bandiva quella cosa così evanescente, ma così importante per tenere insieme una società senza violenza e competizione distruttiva, che è la cultura. La scuola, davvero, si orientava verso il “saper fare”, cioè verso la produzione di “risorse umane” finalizzate allo “sviluppo” dell’azienda e da utilizzare intensivamente fino al limite oltre il quale ci sono gli “esuberi”» cioè si allevano polli da combattimento o da macello o da riproduzione pronti o quasi all’uso (Invito a leggere, per quest’ultimo articolo, la diversa opinione del giornalista, scrittore ed apologeta Alessandro Gnocchi che risponde su Il Giorno del 15 ottobre con il pezzo "La neolingua berlusconiana e l'ossessione di Zagrebelsky").

Se lavoro = identità, allora perdita di lavoro = perdita di identità.
Se la produttività di un Paese si promuove rafforzandone l’identità civica, allora degrado culturale = perdita di identità civica.
Se il passaggio è stato da cittadino a consumatore, allora essere consumatore = perderdita dell’identità storica e dei valori tradizionali.
Se la scuola si orienta verso il “saper fare” e la produzione di “risorse umane”, allora identità individuale = identità professionale.
E la testa del serpente torna a mordersi la coda.

di Daniela Paola Aglione

giovedì 14 ottobre 2010

OCTOBER 14, 2010 – THE END OF TOMB RIDER

Statute-barred the trial against Marion True, the most loved by tomb Riders
Charged with trafficking of archaeological Italian finds, the Getty Museum’s ex curator is still not the scapegoat
 
 




The Italian trial against Marion True, former curator of the Department of Antiquities at the J. Paul Getty Museum (Los Angeles, U.S.A), has abruptly stopped yesterday, Wednesday October 13th, when the Rome court has declared it statute-barred. The charges were illicit trafficking and smuggling of antiquities coming from Italy, pieces obtained for the Getty Museum were also involved, a case without precedent in history. The trial started in 2005 and, during the following five years, the prosecution presented several evidence against the accused one. The first official investigation, on the other hand, began in 2000. Her appointment at the Getty Museum dates back to 1986 and ended in 2005, year of the beginning of the trial. Despite the long duration of the trial, the defence could not present any evidence in her favour. The doubt remains. 

The Director of the Indianapolis Art Museum, Maxwell L. Anderson, declared that the trial was truly important to create a sensational precedent, in order to control the acquisition of archaeological finds by the American museums. As a matter of fact, since the ’80, these museums often made use of suspicious strategies to grant themselves ancient pieces. Anderson defined Ms. True a sort of scapegoat that suffered in the name of a very widespread and entrenched practice. Even State Prosecutor Paolo Ferri stated that the trial succeded mostly in changing the habits of several museums in acquiring antiquities of doubtful origins. There are countless museums which, during the years, in exchange for collaborations and loans of works of art, gave back important archaeological finds. Among these, the Getty Museum, which gave back more than 40 pieces.

Maurizio Fiorilli, “the Bulldog” Italian attorney, defined by the Telegraph “scourge of tomb raiders”, who negotiated the return of countless finds from museums all over the world, underlined the duplicity of Marion True’s figure: on the one hand, she made the Getty give back every find wanted by Italy because acquired through robbery or crime – there are about 3.500 objects thus deriving from Francavilla Marittima archaeological site in Calabria – on the other hand, she was faithful to the Getty, for which she obtained a series of finds without seriously analysing their origins. The convention between Unesco members that forbids the importation of “cultural property” dates back to 1970. It was created precisely to prevent the removal of finds from the sites, such as Italy, Greece, but also Egypt and Perù.

The return to the countries of origin should not be considered a concession but a restitution of ill-gotten gains, as Maurizio Fiorilli, who usually goes by plane along with the works of art from abroad to Italy, has always declared. Beyond the Unesco convention, Itally is protected by a law, dating back to Mussolini time, which states that every object found on Italian ground belongs to the Italian state. The law, which matches the article 826 of the Civil Code, states: “The objects of historical, archaeological, paleontological and artistic interest, found in the subsoil by anyone and anyhow belong to the state”. Anyway, the charges pressed against Ms. True are statute-barred. One in 2007 and the other on July 11th 2010. Will the plundering in Italy be over?

di Daniela Paola Aglione – English Version by Diletta De Cristofaro

14 OTTOBRE 2010 – THE END OF TOMB RIDERS

Prescritto il processo a Marion True, la più amata dai Tomb Riders
Accusata di traffico illegale di antichità dall’Italia,
l’ex curatore del Getty non è più il capro espiatorio

ARTE | Il processo italiano contro Marion True, ex curatrice del settore Antichità del J. Paul Getty Museum (Los Angeles U.S.A.) si è bruscamente concluso ieri, mercoledì 13 ottobre, quando il Tribunale di Roma ne ha dichiarato la fine per decorrenza dei termini, o prescrizione. Le accuse mosse alla curatrice erano traffico illecito e ricettazione di antichità provenienti illegalmente dall’Italia, anche di pezzi procurati al Getty Museum, un caso che non ha precedenti nella storia. Il processo è iniziato nel 2005 e nel corso dei 5 anni l’accusa ha prodotto numerose testimonianze a sfavore dell’imputata, le prime indagini ufficiali a carico della True invece risalgono al 2000. Il suo incarico per il Getty Museum risale al 1986 e si è concluso nel 2005, anno d’inizio del procedimento legale vero e proprio. Nonostante la lunga durata del processo, la difesa non aveva ancora avuto modo di presentare i suoi testimoni a favore. Il dubbio resta.
Il Direttore del Museo d’Arte di Indianapolis, Maxwell L. Anderson, ha dichiarato che il processo è in realtà servito per creare un precedente clamoroso, servito per controllare l’attività di acquisizione di reperti archeologici da parte di numerosi Musei Americani, che molto spesso si sono serviti di dubbie strategie per l’accaparramento di pezzi antichi, una pratica che risale almeno agli anni ’80. Anderson ha definendo la True una specie di capro espiatorio che ha subìto nel nome di una pratica assolutamente diffusa e radicata. Anche il Procuratore Paolo Ferri ha dichiarato che il processo ha ottenuto lo scopo di modificare l’abitudine di molti musei di acquisire antichità di provenienza illecita.
Sono numerosi infatti i musei che negli ultimi anni, in cambio di collaborazioni e prestiti di opere, hanno provveduto alla restituzione di importanti reperti archeologici. Tra questi anche il Getty, che ha restituito oltre 40 pezzi. “Il Bulldog” Maurizio Fiorilli, l’avvocato italiano definito dal Telegraph “scourge of the tomb raiders” (il flagello dei saccheggiatori di tombe) che ha negoziato la restituzione di innumerevoli reperti da parte di Musei di mezzo mondo, ha sottolineato la duplicità della figura di Marion True: da un lato si è preoccupata di far restituire dal Getty ogni reperto reclamato dall’Italia perché frutto di un furto o di un illecito – sono circa 3.500 gli oggetti così provenienti dal sito archeologico di Francavilla Marittima in Calabria – dall’altra era una fedelissima del Getty per il quale procurava una serie di reperti senza analizzarne correttamente e a fondo la liceità della provenienza.
È del 1970 la convenzione stipulata tra tutti i paesi membri dell’Unesco che vieta l’importazione di “proprietà culturale”, proprio per impedire la spoliazione dei siti vittime tra cui l’Italia, la Grecia, ma anche l’Egitto e il Perù. La restituzione ai paesi d’origine non è da ritenersi una concessione, ma la restituzione del maltolto, come ha sempre dichiarato Maurizio Fiorilli, che suole accompagnare personalmente in aereo le opere dall’estero all’Italia. Al di là della convenzione Unesco, l’Italia è protetta anche da una legge risalente ai tempi di Mussolini in base alla quale ogni oggetto trovato sul suolo italiano appartiene allo stato italiano. La legge che oggi s’identifica nell’art. 826 del Codice Civile, recita: “Fanno parte del Demanio indisponibile dello Stato… le cose d’interesse storico, archeologico, paletnologico, paleontologico e artistico, da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo…” In ogni caso le accuse mosse alla True sono andate in prescrizione. Una nel 2007 e l’altra l’11 luglio 2010. I saccheggi nel Belpaese saranno finiti?

di Daniela Paola Aglione

lunedì 11 ottobre 2010

11 OTTOBRE 2010 – PANSECA SEPPELLISCE CATTELAN

PANSECA SEPPELLISCE CATTELAN, ECCO LA FOTO DELLA TOMBA D’ARTISTA NELL’ISOLA DI IOS





Filippo Panseca torna alla carica con una nuova operazione artistica, l’installazione 10_10_10 ore 10 Isola di Ios, Grecia. La tomba di Maurizio Cattelan posta su quella che si presume essere la tomba di Omero. L’immagine è apparsa oggi su Facebook nella pagina personale di Filippo Panseca; in alto a sinistra c’è un codice QR che serve per avere altre informazioni utilizzando come scanner una camera digitale che ha installato un programma di scansione. Le informazioni, che ci ha fornito lo stesso Panseca, sono: “Filippo Panseca 10_10_2010_La tomba di Maurizio Cattelan nell’Isola di Ios_Occasioni Provvisorie dell’assurdo_Interferenze tra tempo e Spazio_Omero non sarà d’accordo e tu?????????”.
di Daniela Paola Aglione


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11 OTTOBRE 2010 – FETISH SOAP

Il sapone di Berlusconi, uno strumento ad arte per… mani pulite

Al Museo d’Arte Contemporanea Migros, Zurigo, esposta la saponetta fatta con grasso di Berlusconi
 
“Mani pulite” è il titolo dell’opera di Gianni Motta, artista svizzero, datata 2005 ed esposta al Museo d’Arte Contemporanea Migros di Zurigo. La storia (raccontata dallo stesso Motta) vuole che l’artista nel 2004 sia entrato in possesso dell’autentico grasso del Presidente del Consiglio dopo la sua presunta liposuzione addominale presso la clinica Ars Medica di Gravesano, grazie alla donazione di uno dei dipendenti del polo ospedaliero. «Il grasso di Berlusconi – aveva avuto l’ardire di raccontare in quei giorni – puzzava come burro avariato o come vecchio olio per frittura » si legge sul sito di Tio.ch, il web news del Canton Ticino. Già nel 2005 la direzione della clinica si era affrettata a smentire l’operazione di Silvio Berlusconi, mentre Motta si è detto pronto al test del DNA per comprovarne l’origine.
 
di Daniela Paola Aglione
 
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sabato 9 ottobre 2010

ECOHOUSING ART A INNOVATION FESTIVAL

L’ecologica integrazione abitativa
si fa casa nel cuore di Milano


  
Ecohousing Art, il primo reality show interattivo al MIP di Innovation Festival, domenica 10 ottobre alla Loggia dei Mercanti nella città di Milano
 
L’Innovation Festival è un’occasione aperta a tutti i cittadini per condividere le innovazioni con i moderni visionari in una 6 giorni non stop di convegni, workshop e happening imperdibile. Domenica 10 ottobre, dalle 14.30 alle 17.30, alla Loggia dei Mercanti si svolgerà il MIP, Milano In Progress, la maratona delle imprese creative giunta alla quarta edizione, dove 20 aziende selezionate tra oltre 70, avranno 5 minuti per presentare i propri progetti innovativi, con la doppia conduzione di Rosanna Santonocito, giornalista per JOB24.it e Maria Grazia Mattei di MGM Digital Communication, “quelli di” Meet The Media Guru. La maratona è finalizzata all’elezione dei tre progetti più creativi ed interattivi, ad aprire le danze alle 14.30 Ecohousing Art, opere e progetti per abitare gli spazi, il primo concorso di idee che sta realizzando on line il reality show interattivo tra partecipanti e giuria popolare, le centinaia di aziende e cittadini registrati al sito. Junior e senior artisti, designer, architetti e ingegneri sono già presenti (e lo saranno fino a gennaio 2010) sul sito www.ecohousing-art.it con i work in progress, i processi creativi di opere e progetti con cui partecipano per ideare nuove soluzioni in ecologica integrazione abitativa. Oltre a dare ai suoi partecipanti un’ampia visibilità condivisa sul web e ad offrire gratuitamente alle aziende l’occasione per acquisire direttamente opere o progetti dai loro creatori, il lungo concorso è da tempo impegnato sul fronte della cultura dell’abitare: l’estate 2010 è stata caratterizzata dalle tavole rotonde “Ideecostruttive work in progress”, che hanno ospitato nei luoghi sacri di Milano – Triennale, Design Library, Legambiente – i protagonisti della cultura dell’abitare come i designer Enzo Mari, Paolo Ulian e Giacon, gli ingegneri Giannegidio Silva e Claudia Bettiol e artisti come Andy, Dario Brevi e l’astro nascente Willow. Lo staff di Ecohousing Art promette di stupire tutto il pubblico con una sorpresa per tutti i presenti, inoltre prima e dopo la presentazione sarà possibile farsi fotografare davanti al GreenWorld, il mondo verde di Ecohousing Art, per entrare nella community “Facce da Ecohousing” e vedere pubblicata sul sito la propria immagine nelle pose più divertenti. Sarà inoltre possibile iscriversi al concorso sia come partecipanti sia come giuria popolare. Il concorso vi dà appuntamento domenica alla Loggia dei Mercanti, perché l’equilibrio uomo-casa-ambiente deve essere una scelta condivisa da tutti!

IL CONCORSO ECOHOUSING ART, OPERE E PROGETTI PER ABITARE GLI SPAZI, È IL PRIMO REALITY SHOW INTERATTIVO ON LINE
• EcohousingArt.it
| • Vai al sito

8 OTTOBRE 2010 – WORLDWIDE CENSORSHIP IS GOING ON

Le disavventure di cannibali romantici,
Gesù fa sesso orale?

Donna armata di piede di porco entra nel museo di Loveland e straccia il collage di Enrique Chagoya

How can you desecrate my Lord? (Come potete dissacrare il mio Signore?) Urlava Kathleen Folden, la donna di 56 anni che si è introdotta mercoledì 6 ottobre alle 16.00 nella galleria di Loveland (Colorado, U.S.A.) spaccando con un piede di porco il plexiglass a protezione della litografia dell’artista Enrique Chagoya che ritrae, tra le altre immagini presenti nel collage composto da 3 lunghe strisce piegate, una composizione con il volto di Cristo, un corpo di donna in abiti succinti e in posizione inequivocabile, mentre un giovane intenzionato ne assaggia una coscia. Ai lati le frasi “vietato ai minori di 18 anni” e “orgasmo”. Chagoya, artista e professore alla Stanford University, dichiara di non aver mai ricevuto un’aggressione simile e che comunque la violenza non porta a nulla. Il suo lavoro verte sulla critica alla politica e alla religione, quando queste si rivelano criminose, come ad esempio gli abusi sui minori da parte di preti pedolfili. “The Misadventures of Romantic Cannibals” (2003), esposto all’interno della collettiva “The Legend of Bud Shark and His Indelible Ink”, ha già suscitato le perplessità del consigliere comunale Daryle Klassen, destinataria di migliaia di e-mail di protesta affinché l’opera non venisse esposta adducendo, tra le motivazioni, che i soldi dei contribuenti non dovrebbero essere spesi per offendere la sensibilità dei credenti. Le opere di Enrique Chagoya sono state esposte gratuitamente. Svetlana Mintcheva, direttrice del programma National Coalition Against Censorship ha dichiatato: «Ci sono molti modi per esprimere il proprio disaccordo rispetto alle idee espresse in un’opera d’arte, che non necessitano di andare contro i principi fondanti di questo Paese: la separazione tra Chiesa e Stato e il diritto alla libertà di parola».
di Daniela Paola Aglione


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giovedì 7 ottobre 2010

7 OTTOBRE 2010 – WORLDWIDE CENSORSHIP

Da Parigi a Sofia la censura mette arte e artisti all’indice
 
Sesso, droga, odio religioso, la democrazia del linguaggio artistico è in pericolo?
 
Sofia – Un altro artista è finito sotto il mirino della censura made in Russian Orthodox Church. Si tratta del bodyperformer Oleg Mavromatti, che dal 2000 vive come rifugiato politico a Sofia, reo di aver violato il codice penale per incitamento all’odio religioso per una sua produzione video in cui si vede l’artista che viene crocifisso. Il consolato russo a Sofia, Bulgaria, nega il rinnovo del passaporto dando all’artista due opzioni, rientrare spontaneamente in Russia oppure farsi venire a prendere dai sevizi segreti. Molte le mobilitazioni: l’artista Avdei Ter-Oganian, cui erano state inizialmente bloccate in dogana le opere per partecipare alla mostra a Parigi sulla giovane arte russa, ha dichiarato che non vi parteciperà a meno che non rinnovino il passaporto di Mavromatti, a New York lo sostengono la senatrice Kirsten Gillibrand che ha scritto lettere sia agli uffici immigrazione in Bulgaria, sia all’United Nations High Commissioner for Refugees, il direttore di Exit Art Jeanette Ingberman, il mercante d’arte Ronald Feldman e il figlio di Mark Rothko Christopher Rothko, che invitano la Bulgaria a prendere posizione per il rifugiato politico. Il terzo caso russo che vede all’azione la censura della chiesa ortodossa nei confronti delle arti, dopo il caso dei curatori russi di “Forbidden Art”, Yury Samodurov e Andrei Yerofeyev, il caso dei lavori di Avdei Ter-Oganian, che attualmente vive nella Repubblica Ceca, e adesso Oleg Mavromatti, Sofia. Il body performer ha realizzato “Constitution”, la trascrizione della costituzione russa, utilizzando il proprio sangue. Un lavoro che è durato oltre 6 mesi.

Parigi – Fa ancora discutere la mostra di Larry Clark al Musée d’Art moderne de la Ville de Paris/ARC “Kiss the past hello” inaugurata lo scorso 8 ottobre, che è stata vietata ai minorenni per i contenuti. Le immagini – si tratta di fotografie e video – riprendono scene di sesso, di violenza, di degrado umano che, appunto, focalizzano e ritraggono skaters, tossicodipendenti, genti del ghetto. Il quotidiano Liberation apre la prima pagina di oggi con un’immagine in bianco e nero firmata da Clark, con accanto la dicitutra “Larry Clark censurato, vietato ai minori di 18 anni”.


di Daniela Paola Aglione
 
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mercoledì 6 ottobre 2010

6 OTTOBRE 2010 – VIAGGIO TRA I BENI CULTURALI A RISCHIO

Da Nord a Sud le mobilitazioni politiche
per i Beni Culturali

Orsoni si giustifica, Renzi incalza Bondi, Roma perde la cordata di Della Valle e Papadopoulos va a Pompei


NORD – Venezia - La Repubblica questa mattina pubblica la lettera che il Sindaco di Venezia Giorgio Orsoni scrive al Direttore a difesa del proprio operato, ricordando che due anni fa un blocco di marmo di 30 chili staccatosi da Palazzo Ducale ha mancato di poco un turista, sfiorando la tragedia. Opere di restauro urgenti, dunque, iniziate poco dopo l’attimo di panico. I lavori dureranno fino al prossimo anno e la copertura economica, pari a 2 milioni e 800mila euro, è garantita proprio dai fondi degli sponsor coi loro cartelli pubblicitari, che – secondo la valutazione del Sindaco – in realtà coprono l’edificio per un quinto della sua superficie.

CENTRO – Firenze - Il Sindaco Matteo Renzi oggi incontra il Ministro Bondi per discutere di denaro e cultura: i fondi per i Nuovi Uffizi, il Teatro del Maggio, il biglietto unico dei musei… ma anche l’Archivio Zeffirelli di cui oggi il maestro 87enne parla con toni addolorati nella sua intervista a Il Giornale Toscana, per cui non esclude la possibilità di accettare la proposta di catalogazione, archiviazione e gestione da parte della Regione Lazio, che ha già individuato nella sede dell’ex Arsenale Pontificio il luogo deputato ad accogliere l’Archivio.
Roma - Il cantiere del Colosseo non se la passa bene. Dopo la strombazzata del 4 agosto, la maxicordata capeggiata dal gruppo di Diego Della Valle e da Fimit e da altre aziende, fa marcia indietro. 40 milioni sono una somma importante ed il danno d’immagine per eventuali problemi sarebbe di portata eccessiva. I più pessimisti prevedono una durata dei lavori pari a 10 anni contro i 3 preventivati. entro fine mese il termine per la partecipazione. Si attendono novità.

SUD – Napoli - Oggi si è insediata Jeannette Papadopoulos, sopraintendente ad interim fino al 31 dicembre 2010, chiamata a gestire il patrimonio archeologico Pompeiano, con il grosso carico di problemi e polemiche che si porta dietro, tra chi denuncia il degrado e chi si ritiene soddisfatto del rilancio economico e turistico dell’area. A tutt’oggi tra scavi e connessi sono fruibili circa 44 ettari, ne mancano altri 22 da portare alla luce per un’operazione economica di portata colossale. Sempre oggi si riunisce a Roma il Tavolo dei lavori coordinato dall’ex commissario Marcello Fiori, chiamato a presentare il programma di gestione.


di Daniela Paola Aglione


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